venerdì 20 aprile 2018
Gassificazione del carbonio: il contesto storico
L' origine di questa macchina risale alla prima metà del diciannovesimo secolo e ricoprì un ruolo fondamentale nella rivoluzione urbanistica che avvenne durante la rivoluzione industriale, in quanto per mezzo dei gassificatori veniva prodotto il gas di città, usato per l'illuminazione pubblica e nelle cucine.
Questa posizione prioritaria fu poi declassata con l'avvento del gas naturale e dell'energia elettrica, anche se fino agli anni Venti del Novecento, in piena Seconda Guerra Mondiale, fu utilizzato per la produzione di prodotti chimici sintetici e combustibili.
In ambito culturale il gassificatore di carbonio e più propriamente il suo prodotto economico principale, il gas di città, rivoluzionò lo scenario cittadino (si veda per esempio Parigi, soprannominata la "Ville Lumière")
e nel particolare il pensiero di molti letterari e pittori sempre più attratti dal raffigurare il paesaggio notturno non più completamente buio.
Attualmente le applicazioni più usate riguardano il trattamento tecnico dei rifiuti, la produzione di elettricità da combustibili fossili e lo sfruttamento dei prodotti della gassificazione per la produzione di ammoniaca e combustibile liquido. In conclusione nuove tecnologie di gassificazione sono state sviluppate per convertire rifiuti plastici in metanolo, mentre in Italia il processo è impiegato per trasformare residui pesanti delle raffinazioni del petrolio in energia elettrica negli impianti di Falconara, Priolo Gargallo e Sarroch.
domenica 15 aprile 2018
Gassificazione del carbonio: il brevetto e il processo
La gassificazione del carbonio, ovvero quel processo chimico volto a convertire materiali organici in carbonio e quindi in energia, fu brevettato il 22 Aprile del 1968 negli Stati Uniti D' America, anche se il primo esemplare disponibile in commercio risale al 1839.
Il processo avviene tramite la gassificazione di combustibile carbonioso solido per ossidazione parziale mediante un gas contenente ossigeno puro e porta alla produzione di monossido di carbonio (CO) e idrogeno (H2), detti gas di sintesi. La reazione che avviene è di tipo non catalitico: il combustibile solido viene fatto reagire con una soluzione acquosa e immesso in una zona di reazione con ossigeno puro, mantenuta ad una temperatura autogena compresa tra i 1800 e i 3000 F.
Solitamente il combustibile solido entra in contatto con ossigeno in fase vapore e la reazione avviene in modo istantaneo. Il processo avviene più efficacemente se le temperature sono portate sopra il punto di fusione delle ceneri di carbonio o coke petrolifero, due comuni esempi di combustibili carboniosi.
Inoltre la quantità di ossigeno immessa alla zona di reazione è limitata a produrre i valori massimi di monossido di carbonio e idrogeno.
Entrando più nel particolare, il gassificatore agisce mediante tre processi chimici: la pirolisi, messa in atto per la prima volta su scala industriale a Londra nel 1812 è la reazione in cui il materiale carbonioso viene riscaldato in presenza di ossigeno e porta alla produzione di calore e composti gassosi ossidati (metano e idrogeno); la combustione, dove i prodotti volatili e parte del carbone reagiscono con l'ossigeno formando anidride carbonica e monossido di carbonio con successiva liberazione di calore; la gassificazione, nella quale il carbone reagisce con l' anidride carbonica e acqua sotto forma di vapore con formazione di monossido di carbonio e idrogeno.
Una gassificazione di questo genere viene messa in atto, in particolare, da un gassificatore a flusso parziale.
C + CO2 -> 2CO
C + H2O -> CO + H2
CO + H20 = CO2 + H2 (reazione di spostamento del gas d'acqua)
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