
Il processo avviene tramite la gassificazione di combustibile carbonioso solido per ossidazione parziale mediante un gas contenente ossigeno puro e porta alla produzione di monossido di carbonio (CO) e idrogeno (H2), detti gas di sintesi. La reazione che avviene è di tipo non catalitico: il combustibile solido viene fatto reagire con una soluzione acquosa e immesso in una zona di reazione con ossigeno puro, mantenuta ad una temperatura autogena compresa tra i 1800 e i 3000 F.
Solitamente il combustibile solido entra in contatto con ossigeno in fase vapore e la reazione avviene in modo istantaneo. Il processo avviene più efficacemente se le temperature sono portate sopra il punto di fusione delle ceneri di carbonio o coke petrolifero, due comuni esempi di combustibili carboniosi.
Inoltre la quantità di ossigeno immessa alla zona di reazione è limitata a produrre i valori massimi di monossido di carbonio e idrogeno.
Entrando più nel particolare, il gassificatore agisce mediante tre processi chimici: la pirolisi, messa in atto per la prima volta su scala industriale a Londra nel 1812 è la reazione in cui il materiale carbonioso viene riscaldato in presenza di ossigeno e porta alla produzione di calore e composti gassosi ossidati (metano e idrogeno); la combustione, dove i prodotti volatili e parte del carbone reagiscono con l'ossigeno formando anidride carbonica e monossido di carbonio con successiva liberazione di calore; la gassificazione, nella quale il carbone reagisce con l' anidride carbonica e acqua sotto forma di vapore con formazione di monossido di carbonio e idrogeno.
Una gassificazione di questo genere viene messa in atto, in particolare, da un gassificatore a flusso parziale.
C + CO2 -> 2CO
C + H2O -> CO + H2
CO + H20 = CO2 + H2 (reazione di spostamento del gas d'acqua)
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